Noi 

Le rondini portano primavera,

arrivano a Marzo senza dar fastidio a nessuno

portando con sé allegria 

e speranza di un’estate 

che possa essere leggera e felice come il loro arrivo.

Le rondini presagiscono tempeste

volando basse, facendosi notare

come se quasi abbiano il compito di proteggerci

come se quasi siano i nostri occhi, bassi.

Le rondini portano via con sè l’estate,

se ne vanno, facendo rumore, riunendosi per darsi un saluto

come il saluto di due amiche lontane, state vicine per troppo poco tempo

portando via con sè ogni idea 

rivoluzionaria 

che si sia mai insinuata nella mente di un altrettanto ribelle ragazzo.

Nuvole.

Non ho nulla da perdere

Nel mio angolo bistrattato di paradiso,
Nessuno stimolo

Sulla prossima nuvola.
Guardo l’infinito aprirsi

Nei tuoi occhi.

Spietato,

Crudele

Il ricordo ancor miete vittime.
Schegge di attimo

Schegge di infinito

Modellano la sostanza dei sogni.
I latranti cani

Dell’odio

Mordono le mie orme,

Odorano la mia paura

Si nutrono del mio terrore.
Scappo,

Alla ricerca di un alba che mai incendierà  il mio orizzonte.

La punta del naso.

Una grande finestra attraverso guardai – Vidi solo me stessa

Provai a vedere meglio – 

Continuavo ad ammirare la mia persona riflessa.

Tanto era l’egoismo 

da poter permettere

 alla mia ombra di impossessarsi di ciò 

che avrebbe significato saper vedere il mondo?

A quanto pare

– 

Chiusi gli occhi ed il mondo me lo immaginai.

Storia di una Vita. (Cap. I)

Avevo come la netta sensazione che la mia vita, da quell’incontro, si sarebbe completamente stravolta – ma non avrei mai pensato che sarebbe stato così sconvolgente.

Era un freddo giorno d’Aprile, insolito per quel mese, così insolito che anche io ero insolita. Avevo cambiato i miei piani per quella giornata: al posto di restare a casa a studiare e riposarmi, avevo scelto di uscire, di respirare un po’ di quell’aria che sembrava quasi invernale, di Dicembre. Anche il percorso che scelsi non fu quello abituale, ma preferii dirigermi nel verso esattamente opposto, verso, si può dire, il nulla.

Nel mio cammino non incontrai niente, tranne alberi, dune di sabbia e arbusti che crescono in prossimità delle spiagge. Ero immersa nei miei pensieri, e non prestavo attenzione nemmeno a dove stavo andando perché mai mi sarei aspettata niente di diverso da quel paesaggio un po’ triste, desolato… Eppure poi mi imbattei in lei, una ragazza minuta, dai lunghi capelli corvini, gli occhi color verde bottiglia, intensi, e miriadi di felidi.

Lì per lì non capii che sarebbe stata i miei passi, la mia coscienza ed i miei occhi per tutta la vita.

(Continua…)